la tav nella bassa bergamasca

È scaduto ieri il termine per la presentazione delle osservazioni dei
privati al tracciato della Tav Torino-Venezia, la linea ferroviaria ad Alta
velocità (ora Alta capacità), che attraverserà dieci paesi bergamaschi: Romano,
Treviglio, Caravaggio, Fornovo, Casirate, Bariano, Antegnate, Fara Olivana con
Sola, Calcio e Covo . Difficile quantificarle, molte sono arrivate direttamente
alle Ferrovie, bypassando i Comuni, i quali, a loro volta, avranno tempo fino al
17 marzo per presentare i loro commenti-richieste. Proprio in vista di questa
scadenza sono previsti incontri tra le parti mercoledì e giovedì prossimi. I
Comuni, comunque, in questo periodo hanno svolto un ruolo di orientamento nei
confronti dei privati interessati dagli espropri, mettendo a disposizione i
documenti illustrativi del percorso, a volte istituendo anche uffici ad hoc.

Treviglio resta critico
Treviglio si è portato avanti, ripresentando le perplessità già espresse otto
anni fa nelle osservazioni inoltrate mercoledì alla Regione e alla Società
Italferr. Il disegno definitivo non piace, nonostante alcune modifiche
apportate. Nella relazione firmata da Antonio Maraniello e Pier Luigi Assolari,
rispettivamente dirigenti dei settori Urbanistica e Lavori pubblici, emergono
ancora criticità su impatto ambientale, acustico, idrogeologico e delle
infrastrutture viarie a livello comunale e sovraccomunale. Dubbi anche per le
ricadute sulle attività agricole e per il notevole fabbisogno di materiali
inerti necessari alla realizzazione. Le osservazioni chiedono di specificare la
natura giuridica di tutte le aree e fasce individuate dal progetto, per sapere
se al loro interno sia possibile l’attività edificatoria. Il Comune chiede di
rivedere il sottopasso in corrispondenza del raccordo di via Aldo Moro, nella
zona Pip 1. Criticità che toccano anche il cavalcaferrovia, privo di piazzole
per le fermate delle linee di autotrasporto, di una pista ciclopedonale a norma
per disabili e di impianti di illuminazione. Un altro punto riguarda le
manutenzioni dei manufatti, nelle quali si chiede a Rfi (Reti ferroviarie
italiane) di provvedere, a proprio carico, alla conservazione di tutti gli
attraversamenti dell’infrastruttura ferroviaria. Anche per quanto riguarda gli
espropri di aree comunali, l’Amministrazione guidata da Ariella Borghi pone dei
paletti, infatti farebbero parte di un lotto che appartiene a Treviglio e
Caravaggio e destinato alla realizzazione di una polisportiva intercomunale. Una
critica anche verso la proposta di trasportare il materiale dalle cave a Nord
della città ai cantieri verso Sud, utilizzando la circonvallazione interna con
la conseguente congestione del traffico: da qui la proposta di usare, tra gli
altri, il progettato tracciato della tangenziale sud cittadina.
«Chiediamo la mitigazione acustica della zona in prossimità dell’infrastruttura
e quindi dell’ospedale e del complesso scolastico, segnaliamo inoltre la
necessità di un costante monitoraggio, con rilevatori di vibrazioni, rumori,
polveri, ma anche di piezometri delle falde acquifere. Per queste e altre
ragioni – hanno concluso i due dirigenti – si esprime parere negativo,
condizionato dall’accoglimento delle nostre osservazioni, che ci riserviamo
comunque di adeguare, integrare e ribadire durante la Conferenza dei servizi».

Caravaggio prende tempo
Il sindaco di Caravaggio, Giuseppe Prevedini, prende invece tempo: «Definiremo
il 23, in un incontro con i responsabili di Rfi e altri Comuni, dal punto di
vista pratico come ci muoveremo. Intanto abbiamo messo a disposizione dei
privati un ufficio, per visionare tutta la documentazione necessaria per
presentare le loro eventuali osservazioni». Nel 2001 Caravaggio si dichiarò
favorevole alla Tav, a patto che venisse garantita la tutela del territorio.

Incontro a Romano
Lettere, incontri e telefonate ai proprietari dei terreni interessati dagli
espropri per la linea ferroviaria. Così si sono mossi i sindaci di Covo, Fara
Olivana, Calcio e Romano, per informare gli interessati e mostrare la
documentazione utile anche per presentare le osservazioni a Roma. Giovedì,
intanto, la Provincia ha convocato a Romano parte dei paesi della Bassa
interessati dall’opera. «Per fare insieme una valutazione e coordinarci – dice
il sindaco Emilio Tognoli -. Per quanto riguarda invece gli interessati della
città ho mandato una lettera a tutti, invitando a venire in Comune per vedere le
carte e avere consulenza nella massima trasparenza possibile». A Calcio il
sindaco Pietro Quartini ha organizzato una riunione per tutti i proprietari
delle aree interessate: «L’ufficio tecnico ha dato il suo supporto. So che
alcuni cittadini, tramite associazioni di categoria come la Coldiretti, hanno
presentato delle osservazioni; ho chiesto di mandarne copia anche in Comune, in
vista di quelle che dovremo presentare come enti locali». A Covo dice il sindaco
Carlo Redondi: «Sono a conoscenza di almeno 4 o 5 osservazioni presentate. Non
appena ricevuta la documentazione, abbiamo avvisato i proprietari che sono
venuti in municipio per informarsi; il Comune presenterà tre osservazioni».

Problemi per il cimitero
«So che la Mia di Bergamo presenta due osservazioni su un sottopasso e sui
canali di irrigazione – anticipa il sindaco di Fara Olivana con Sola ,
Alessandro Nespoli -. Qui gli interessati non sono molti e li abbiamo contattati
per telefono. Come Comune faremo diverse osservazioni a cominciare da quella del
cimitero, dove si prevede di costruire un muraglione a soli 4 metri
dall’ingresso».
E aggiunge: «Dovremmo spostare così l’ingresso o addirittura il camposanto;
vicino alla cascina Superba dovrebbe poi essere allestito il campo base del
cantiere con dormitori, uffici e servizi per chi lavorerà all’opera: un altro
paese in un piccolo comune, vogliamo evitare problemi di sicurezza e di impatto
sociale».

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due comunicati

riceviamo e  pubblichiamo questi due comunicati uno di  marcello saponaro dei verdi e uno di  locatelli e  zipponi di rifondazione;  nel primo  si dà notizia della procedura di infrazione, da parte della commisione eruopea contro l’Italia, per irregolarità riscontrate nella
convenzione conclusa tra Cal (Concessioni autostradali lombarde) e Brebemi
, con  il  rischio che  lo stato italiano si vedrà costretto a pagare pesanti sanzioni.  Nel secondo comunicato  si  dimostra ancora una volta come, grazie a Di Pietro, la Brebemi venga  finanziata con soldi  pubblici , alla faccia dell’opera a carico dei privati… Continue reading
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Anche le banche


Dopo un lungo silenzio, riecco il blog del comitato popolare no brebemi no tav 

 
25 ottobre 2005

Lo dice anche
la ricerca della Banca di Credito Cooperativo di Caravaggio:


LA BREBEMI
ATTIRERA ‘ TRAFFICO INVECE CHE SMALTIRLO


I Verdi, e gli
ambientalisti tutti, lo dicevano da una decina d’anni: la direttissima
Brescia-Milano
non servirà, come ancora si promette
agli automobilisti fermi in coda sulla A4, a smaltire traffico e ad
alleggerire le code attuali.


La sua funzione è quella di
“valorizzare” i territori della Bassa, che significa incentivare la costruzione
di nuovi insediamenti, residenziali e commerciali, lungo il suo tracciato.
Ovviamente la nuova popolazione e le nuove attività economiche in territori che
oggi sono alla periferia della congestione padana, saranno generatori di nuovo
traffico privato che, come confermano le previsioni degli stessi sostenitori
della BreBeMi ( Regione Lombardia ),  porteranno alla sua congestione nel
giro di pochi anni.


La ricerca pubblicata dalla Banca di Credito
Cooperativo
ha misurato l’aumento della popolazione e l’aumento delle
attività (commercio e produzione), e ci dice che la sola esistenza del progetto
BreBeMi  “sta attraendo forti interessi commerciali, produttivi e
immobiliari”.


Purtroppo non ci dà notizia di come è diminuito o potrà
diminuire il livello di qualità della vita degli abitanti
dei 40 comuni
coinvolti dalla nuova autostrada.

Forse vale la pena di indagare anche
quest’aspetto, a meno che non ci interessi solo sapere quanto, con la BreBeMi ,
aumenterà il reddito dei commercianti e degli immobiliaristi.

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Il nostro anellide preferito

Formigoni scende in campo per la Brebemi e la Pedemontana. Il presidente della Regione Lombardia ha scritto una lettera personale a ciascuno dei deputati e senatori delle Commissioni Ambiente, Lavori pubblici e Territorio della Camera in vista del voto previsto per domani, mercoledì 18 luglio, nella quale ribadisce la necessità che vengano realizzate la Brebemi e la pedemontana, progetti «stilati nel pieno rispetto delle norme europee e azionali».

Rivolgendosi ai parlamentari, Formigoni ricorda che «in Lombardia il consenso su queste opere è estremamente largo, coinvolge tutte le Province e tutti i Comuni interessati dal tracciato, mentre più volte il mondo produttivo, il mondo economico e il mondo associativo si sono espressi a favore della realizzazione di queste infrastrutture».

Il governatore ribadisce come la Lombardia soffra da tempo «una penalizzazione sulle infrastrutture che crea difficoltà sia sul versante produttivo sia sul versante della qualità della vita». Su Brebemi in particolare, Formigoni quindi sottolinea che «la gara si è già svolta in maniera irreprensibile ed è già stata assegnata» e che sul tema delle infrastrutture nell'ultimo anno si è svolto un intenso lavoro tra Regione Lombardia e ministero delle Infrastrutture che ha portato alla costituzione
della Cal, «un modo per realizzare nei fatti il federalismo anche nel campo delle infrastrutture».

«Mi auguro – auspica infine Formigoni rivolgendosi ai singoli deputati e senatori – che il suo sarà un voto favorevole alle concessioni sottoscritte dalla Cal e dalle società incaricate di realizzare le opere».

 
A parte il titolo, nessun commento.
 
Anzi, solo uno.
Cioè che ci si deve impegnare per mettere in fila una tale accozzaglia di stronzate.
Ma proprio tanto. 
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Doppia bocciatura

La BreBeMi è stata bocciata due volte alla camera (commisione ambiente) e al senato (commisione lavori pubblici). Non sono bastate le giustificazioni di Formigoni e di Ciucci dell'Anas, le lettere di sentito sdegno degli industriali, i piagnistei di Bettoni.
La questione è semplice: per legge, assegnato l'appalto, il costo dell'opera non può aumentare più del 50%.   
Il nuovo piano economico finanziario dell'autostrada, rispetto a quello originario, registra una lievitazione abnorme dei costi di realizzazione e di gestione, dei costi del personale (si parla di aumenti dal 100% al 300%), un incremento delle tariffe (del 60%), un incremento della remunerazione degli azionisti (dal 3,59% al 4,17%) e del capitale investito (si va dal 2,77% al 6,20%), di molto superiore al costo medio ponderato del capitale previsto nel piano presentato in sede di gara.
 
Finalmente uno stop ad un'opera inutile: la BreBeMi falsamente presentata come un'infrastruttura pagata dei privati, si regge su enormi investimenti pubblici necessari a consentire l'accessibilità all'autostrada dall'area milanese, e riverserà una ondata di traffico e smog su strade già al collasso come la Rivoltana e la Cassanese, con una riduzione del traffico sull'A4 di un misero 4%.
 
 
 
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San Brutti

san brutti Primo no del senato alla Brebemi, per il senatore di sinistra democratica e presidente della commissione trasporti Paolo Brutti, la gara d'appalto andrebbe rifatta.

I motivi? Le modifiche alla convenzione Cal-Brebemi contengono vere e proprie violazioni di legge nazionali e comunitarie, che favoriscono ingiustamente il concessionario. (per saperne di più sul Cal link)

Inoltre il costo dell'opera è raddoppiato senza motivi apparenti.

Di qui la richiesta del senatore Brutti di riaprire una gara con i costi aggiornati e inserendo nel tracciato il raccordo con la tangenziale esterna di Milano; difatti per ora il percorso della BreBeMi si conclude a Melzo, e da li per arrivare a Milano sono affaracci degli automibilisti.

Il 25 luglio ci sarà il voto in commisione trasporti, che pur non avendo parere vincolante, è un passaggio obbligato per il ritorno della procedura burocratica in Lombardia. 

Se la commissione voterà no, o meglio ancora temporeggierà, il risultato sarà un ritardo enorme sui tempi di realizzazione; inoltre eventuali riaperture di gare d'appalto, e modifiche al tracciato, potrebbero essere il colpo di grazia per quest'opera.

Una preghierina per San. Paolo Brutti. 

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2 Luglio: importante partecipare

Ebbene sì ! a quanto pare lunedì 2 luglio giungeranno in mattinata alla stazione centrale di Treviglio i signori
Di Pietro, Prodi, Formigoni nonchè la signora Moratti
Il motivo è l'inaugurazione dell'incompiuto quadruplicamento della tratta ferroviaria Milano -Treviglio.
Quale occasione migliore per far capire a lor signori ciò che pensiamo in merito alla loro protervia cocciutaggine nel perseguire la realizzazione delle famigerate "grandi opere" distruttive dell'ambiente e delle risorse economiche nazionali (TAV e BREBEMI  in primis) nonchè della infame cessione di parti del territorio ad istituzioni sovranazionali per la costruzione di strutture destinate alla prosecuzione delle politiche di aggressione imperialista a danno dei popoli (AEROPORTO DAL MOLIN, F 35 a CAMERI).
Il COMITATO POPOLARE NO BREBEMI NO TAV indice un presidio di protesta RUMOROSA ed invita tutti coloro che possono a partecipare e a far sentire il proprio dissenso non solo sui temi sopra esposti ma anche su altre questioni riguardanti il peggioramento delle condizioni di vita di lavoratori, studenti, pensionati, precari, donne e uomini che devono lavorare e non accettano di farsi dare del lazzarone dal Padrone di turno.
FACCIAMO DI TUTTO PER ESSERCI: prendiamo mezze giornate di ferie, permessi di vario tipo, diamoci per malati, in fin di vita o quant'altro ma FACCIAMOCI SENTIRE santiddio!
il vento della protesta e dell'insubordinazione soffia ormai in tutta Italia salvo che nella nostra cara maledetta pianura padana…scrolliamoci di dosso l'apatia ed il senso di sconfitta…è in gioco il nostro futuro, non devono compromettercelo in nome del loro schifoso "sviluppo" liberista…lo spirito dell'universo è con noi!
State all'erta, stiamo verificando gli orari e appena possibile li comunicheremo, voi intanto preparate fischietti, pentole, trombe e chitarre elettriche…..
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Gronda?

L'ennesimo caso di infrastruttura calata dall'alto…

Levate (BG) – Non si dà per vinto Vincenzo Marchetti, sindaco di Levate. Il territorio del suo comune sta per essere letteralmente "affettato" dalle nuove infrastrutture (con in testa la nuova gronda ferroviaria Bergamo-Seregno) e lui prosegue per salvaguardare le oasi verdi interessate dal progetto.

"Nell'area Dalmine-Zingonia il problema non è la mobilità, ma la vivibilità",dice. A parere del sindaco gli attori del processo di pianificazione infrastrutturale sarebbero poco interessati al verde, tando da smentire le affermazioni dell'assesore regionale all'ambiente Marco Pagnoncelli, secondo il quale la Regione non avrebbe avuto nessuna responsabilità nella scelta del tracciato: "Hanno espresso parere favorevole nel luglio 2004". "Fatta nel 2005 la delibera del Cipe, ho scritto alla Regione chiedendo di illustrare il progetto alle amministrazioni". A quanto pare, quel che si sente di più è la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni superiori: "Ho scritto a Prodi, a Di Pietro, a Pecoraro Scanio, a Rutelli, a tutti i parlamentari bergamaschi, a Formigoni, ai consiglieri regionali, alla Provincia – dice Marchetti – Ha risposto solo Giacomo Stucchi della Lega" . "Sono state convocate delle riunioni nel maggio 2005 e nell'ottobre 2006 – racconta – Da allora, chi s'è visto s'è visto". Finchè non è apparsa la dichiarazione del ministro delle Infrastrutture Antonio di Pietro sulla volontà di consegnare entro il 2008 il progetto definitivo al Cipe. A quel punto, è stato presentato il documento unitario degli otto comuni dell'area. Marchetti ha molti dubbi anche a proposito del tavolo di discussione sulle aree più "delicate" toccate dalla gronda annunciato da Pagnoncelli: "Finora non c'è stata nessuna convocazione – Abbiamo ricevuto due visite dei tecnici del Pim (Centro studi per la programmazione intercomunale dell'area metropolitana): abbiamo mostrato loro il territorio sottoponendo le nostre perplessità". Poi, il silenzio: "Non sappiamo che esito abbiano avuto i nostri rilievi", sottolinea Marchetti. Intanto, si aspettano le reazioni delle istituzioni alla dura presa di posizione dei comuni dell'area. 

 

 

 

 

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…e ti pareva che ne dicessero una giusta!

Si è concluso alle 20.30 di ieri sera il Tavolo Politico a Palazzo Chigi tra governo e amministratori della Val Susa e in serata tutti i giornali titolano della soddisfazione del governo e dell'ormai ritornello obsoleto "la Torino-Lione si farà".

L'incontro veniva come tempo quasi al limite della scadenza dell'Osservatorio sulla Tav presieduto da Mario Virano, luogo tecnico in cui si sono confrontate le controparti su alcuni nodi, tecnici appunto, del tracciato. Pochi giorni fa il quotidiano torinese La Stampa, anticipava la nuova ipotesi di tracciato che ha accompagnato il dibattito sulla riunione di oggi. L'incontro serviva in realtà al governo per poter legittimare questo nuova ipotesi e proiettarsi al 23 di luglio, giorno in cui dovrà presentare alla UE la richiesta di finanziamento dell'opera, con qualcosa di concreto in mano. E così è stato, le dichiarazioni entusiaste dei ministri spostano tutto a quella scadenza, con l'intento di progettare un tracciato da più di 16 miliardi di euro in un mese, facendo la Valutazione d'impatto Ambientale, convincendo tutti i sindaci e le popolazioni.
Persino il sottosegretario Letta dichiara che «Il tracciato ancora non c'è» ma ciò non importa a quanti sono già pronti a festeggiare, il 23 luglio è giorno di paga!
Ma…
Ma il bando europeo per accedere ai finanziamenti è innanzitutto un falso problema perché non rappresenta il finanziamento dell'opera, (non più di 1 miliardo, considerando che ha a disposizione solo 5,7 miliardi per tutti i 30 progetti in gara), ed è destinato ai progetti che i governi presenteranno il 20 di luglio con tanto di tracciato definitivo, VIA, piano economico, copertura finanziaria verificabile. probabilmente un escamotage tecnico-politico verrà trovato e magari Prodi incasserà il si dalla UE, ma non andrà a modificare nulla dal punto di vista dell'opposizione sociale della Val di Susa. Ne abbiamo viste tante di giornate come questa dove i governi cantavano vittoria, e li abbiamo visti, l'unica volta che ci hanno provato sul serio, tornare a casa con le pive nel sacco, nonostante la presenza militare delle forze dell'ordine.


Il tracciato
Il nuovo tracciato non è altro che un misto dei vecchi presentati con una buona dose di fantasia, infatti è presentato in modo da accontentare tutti: pochi tunnel, linea storica utilizzata in parte, interramento, nessun buco nel Musinè, a Venaus e il passaggio da Orbassano e da corso Marche. Un tracciato che assomiglia un po’ ad uno slalom gigante, che aggira i paletti che il movimento ha messo nelle sue parole d'ordine, provando a "superare" i problemi legati alla salute (uranio e amianto), alla devastazione del territorio, al mega tunnel di Venaus, accontentando anche il sindaco di Torino Chiamparino ( da lui stesso definitosi "ultrà della tav") con il passaggio in corso Marche, e la presidente della regione Bresso con il passaggio da Orbassano. Insomma un tracciato "politico" che detta i punti basati sulla messa in difficoltà del movimento, demandando poi ai tecnici la realizzazione.
Una bella favola politica perché basata appunto sull'astratto, come la politica di palazzo ci insegna, visto che in tutto ciò non si parla mai della copertura finanziaria di qualsiasi tracciato: sui 16 miliardi preventivati che chissà, in un fantomatico corso d'opera, a quanti ammonteranno, 1 di questi miliardi potrebbe essere dato dalla Ue e il resto? Privati che investono nella costruzione non se ne sono mai presentati e quindi? Quindi è normale pensare che i capitali da investire saranno presi, o meglio sottratti da qualche altro bilancio pubblico inutile tipo TFR, Pensioni, Sanità o cosa?. Forse dalla ricerca, dalla scuola oppure anche dai trasporti pubblici, che anche se già adesso sono scandalosi, cari e dai bilanci in collasso, saranno notevolmente peggiorati per dar vita ad un'opera inutile. Già perché in tutto ciò l'utilità di un tale investimento non è ancora stato reso noto, né dai flussi di traffico merci e passeggeri, né dai mercati, né tantomeno dall'utilità trasportistica per l'Italia e per l'Europa. Il fantomatico corridoio 5 è e rimane una bufala mangiasoldi.


In movimento
Comunque una cosa c'è da dirla, il movimento no tav ha fatto paura al governo precedente e ne incute a quello attuale. La sua forza e la sua determinazione hanno fatto si che il vecchio tracciato, causa di rivolta fosse cancellato, rimodellandolo certo, ma mettendolo da parte. Venaus, luogo simbolo della lotta non vuole essere più nemmeno nominato dalla lobby del tav, perché evoca incubi fatti di barricate, pensionati ostili, popolo, tanto popolo, a liberare i suoi terreni dall'occupazione messa in atto dalle forze dell'ordine. Non si parla quasi più di Val Susa, ma si citano i progetti a sinistra o a destra della Dora, perché solo a nominare la Valle che Resiste, tornano agli occhi le centinaia di Tir bloccati sulle autostrade che portano in Francia. E questa potrebbe essere una vittoria, nostra, tutta nostra però così non è! E' una soddisfazione forse ma nulla di più, il movimento non si è mai posto il problema di mettersi a parlare di quante gallerie fare o di come farle, il movimento no tav della Valle di Sua nasce, cresce e lotta con la parola d'ordine No tav, e no tav sarà. Mille sono le opposizione tecniche al tracciato e mille sono i modi per smontare questa messa in scena. Si, perché qui ci troviamo di fronte ad un governo che pensa di accontentare sindaci e popolazione cambiando i tracciati e ricevendo gli amministratori nelle stanze della politica romana. Pensa di puntare tutto su un commissario straordinario, bravo non c'è che dire, che presiede un Osservatorio per convincerci su come fare il tav. Pensano che se non mandano la polizia sono più furbi di Berlusconi e noi ci sposteremo lasciandoli passare. Pensano questo, e credono di farlo buttando fumo negli occhi all'opinione pubblica non entrando mai nel merito delle situazioni reali. Proveranno a farlo probabilmente, coadiuvati dai partiti della coalizione, a dividerci, metterci l'uno contro l'altro e inserire il sospetto su possibili cambiamenti di rotta.
Proveranno a farlo ma il movimento ha i giusti anticorpi per respingerli, in tutte le maniere e in tutte le direzioni.


sarà dura!

comitato di lotta popolare no tav-Bussoleno
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Presidio del Comitato No Brebemi No Tav a Treviglio, domenica 10 giugno

 
 
ATTENZIONE PRESIDIO RINVIATO A DATA FUTURA, STATE CONNESSI PER ULTERIORI INFO
 
 
Domenica 10 giugno giungeranno in mattinata alla stazione centrale di Treviglio
 DI PIETRO, FORMIGONI e L. MORATTI per inaugurare l'ancor incompiuto quadruplicamento della linea ferroviaria milano-treviglio.

In tale occasione il COMITATO POPOLARE NO BREBEMI NO TAV – Bassa Bgsca attenderà gli ospiti indesiderati per far loro capire l'assoluta contrarietà alla realizzazione di Grandi Opere (nello specifico Brebemi e Tav) devastanti per il tessuto sociale e ambientale della nostra regione.

 
Appuntamento nel piazzale antistante la stazione alle ore 9.45
 
Portiamo bandiere No tav, No brebemi, No dal molin, nonchè fiskietti, pentole o tamburi per fare un grande rumore
 
si ai treni – no a brebemi e tav

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